Il concetto di sincronicità fu introdotto da Carl Gustav Jung è sta ad
indicare quelle coincidenze talmente insolite e significative da essere
difficilmente attribuibili al solo caso. Un classico esempio è la storia
dello scarabeo, che riportò lo stesso Jung. Lo psicoterapeuta aveva in
cura una donna il cui rapporto fortemente razionale con la vita le
impediva di avere giovamento dalla terapia. Dopo molte sedute di analisi
in cui i risultati erano stati pressoché inesistenti, la donna raccontò
a Jung di aver sognato uno scarabeo. Questo animale nella mitologia
egizia rappresenta la rinascita. Il medico cominciò a pensare se la
mente inconscia della paziente non le stesse annunciando simbolicamente
che ella stava per affrontare una rinascita psicologica. Mentre era sul
punto di comunicarle i suoi pensieri un grosso scarabeo verde dorato
batté contro i vetri della finestra. Jung lo fece entrare mentre
esponeva alla signora la sua interpretazione del sogno. La donna fu
colpita a tal punto da quella spiegazione che moderò la sua razionalità
eccessiva e da quel momento la sua risposta terapeutica migliorò. Jung
riteneva che queste sincronicità non erano avvenimenti realmente
casuali, ma collegati a processi psicologici degli individui che li
sperimentavano, inoltre doveva essere implicato qualche nuovo principio,
ovvero un principio unificante acasuale fino a quel momento sconosciuto
alla scienza. Oggi molti fisici riconsiderano l'idea di Jung. Paul
Davies afferma: "Questi effetti quantistici non locali sono invero una
forma di sincronicità, nel senso che stabiliscono una connessione tra
eventi per i quali qualsiasi forma di collegamento causale è
interdetta".
|