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MEDICINA ENERGO-SPIRITUALE: LA TERAPIA DEL NIRVANA 4

 

Nel 1974 Robert Ader uno psicologo, scoprì che il sistema immunitario proprio come il cervello era capace di apprendere. Ader somministrava ad alcuni ratti un farmaco che riduceva artificialmente la quantità di cellule T circolanti, che difendono l’organismo dalle malattie, ogni volta che ricevevano il farmaco i ratti lo ricevevano insieme ad acqua contenente saccarina. Ader scoprì che somministrando solo saccarina senza farmaco, otteneva ugualmente un abbassamento della conta delle cellule T.

David Felten scoprì il punto in corrispondenza del quale il sistema nervoso autonomo comunica direttamente con linfociti e macrofagi, ossia con le cellule del sistema immunitario.

 Camran Nezhat un insigne chirurgo della Stanford University afferma che soggetti troppo spaventati o ansiosi per l’intervento possono andare incontro maggiormente a complicazioni. La ragione è semplice: il panico e l’ansia aumentano la pressione ematica ed i vasi sanguigni, distesi dalla pressione, sanguinano più profusamente quando vengono tagliati dal bisturi del chirurgo. L’eccessivo sanguinamento è una delle complicazioni chirurgiche più serie, che a volte risulta fatale.

In uno studio su 101 pz è stato dimostrato che le persone che hanno sperimentato stati cronici di ansia, lunghi periodi di tristezza e pessimismo, continua tensione o costanti sentimenti di ostilità, implacabile cinismo o sospettosità, corrono il rischio doppio di ammalarsi di patologie quali asma, artrite, emicrania, ulcera gastrica, cardiopatie. Questo riscontro quantitativo, di u n tale ordine di grandezza, fa delle emozioni  negative un fattore di rischio importante, ad esempio nel caso delle cardiopatie, il fumo di sigarette o un elevato livello di colesterolo.

In uno studio della Stanford University Medical School si evidenziò come la collera avesse un impatto negativo sulla funzione cardiaca. Mentre i pz raccontavano gli episodi che li avevano fatto uscire di sé, l’efficienza della loro pompa cardiaca diminuì di 5 punti percentuali, alcuni andarono incontro ad un calo di efficienza cardiaca pari o superiore al 7 %, un ordine di grandezza che i cardiologi ritengono segno di ischemia miocardia. Dal punto di vista fisiopatologico, gli attacchi di collera aumentano la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Se ciò si ripete più volte può arrecare danno perché la turbolenza del sangue che fluisce nell’arteria coronaria in corrispondenza di ciascuna sistole può causare delle microlacerazioni vasali, nelle quali poi si svilupperà la placca ateromasica. In uno studio successivo fu evidenziato come su 1012 uomini e donne che vennero seguiti dopo un primo attacco cardiaco, l’eventualità di un secondo attacco mostrava la massima frequenza fra gli uomini più aggressivi ed ostili.  Studio analogo fu effettuato dalla Yale Scool of Medicine su 929 uomini sopravvissuti ad attacchi cardiaci e seguiti per 10 anni, la pro babilità di morte per arresto cardiaco era di 3 volte superiorenei soggetti ritenuti inclini alla collera

Nel 1993 la rivista Archives of Internal medicine pubblicò uno studio che relazionava il legame stress-malattia (dai tumori al raffreddore). Sheldon Cohen psicologo valutò quanto gli stress interferissero con il raffreddore. Valutò prima quanto stress gli individui percepissero nella propria vita, e poi li espose sistematicamente al virus del raffreddore. Questa esposizione non si tradusse sistematicamente per tutti nel raffreddore, ma scoprì che quanto più stressato era l’individuo tanto più era aggredibile dal virus: infatti dopo l’esposizione al virus si ammalò il 27% delle persone poco stressate, ed il 47% di quelli che avevano una vita molto stressante.

Depressione- 100 pz che ricevettero il trapianto di midollo osseo, dei 13 affetti da depressione, 12 morirono nell’arco del primo anno dall’operazione, dei restanti 87, invece, 34 erano ancora vivi dopo due anni. Sembra esacerbare anche le cardiopatie, in uno studio su 2832 uomini e donne di mezza età, monitorati per 12 anni, il gruppo di quelli che si sentivano costantemente disperati e scoraggiati presentavano una maggior frequenza di morte per cardiopatia. E nel gruppo dei soggetti più gravemente depressi, che ammontava al 3% del totale, la frequenza di morte per cardiopatia, rispetto a quella riscontrata nel gruppo di soggetti non depressi, era di 4 volte più alta. E’ stato anche scoperto che la depressione crea complicazioni durante la convalescenza della frattura dell’anca. In uno studio su diverse migliaia di donne anziane con frattura dell’anca, venne formulata una diagnosi psichiatrica all’atto del ricovero. Rispetto alle pz non depresse con lesioni ortopediche simili, le donne alle quali era stata diagnosticata la depressione rimasero in ospedale in media per 8 giorni di più e la probabilità che potessero tornare a camminare era un terzo di quella delle altri pz. Però alle donne depresse che fu offerto un aiuto di uno psicologo necessitarono meno ore di fisioterapia per riprendere a camminare.

PESSIMISMO- Su 122 uomini sopravvissuti ad un primo attacco di cuore, 8 anni dopo, dei 25 uomini più pessimisti,21 erano morti, dei 25 più ottimisti, ne erano morti solo 6.

 


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